Segregazione razziale negli Stati Uniti d'America

Con segregazione razziale negli Stati Uniti si intende la separazione delle persone e la restrizione dei loro diritti civili su base razziale negli Stati Uniti durante i secoli XIX e XX; questa precludeva l'accesso a strutture e servizi come alloggi, cure mediche, istruzione, lavoro e trasporti. Tale separazione fu imposta generalmente agli afroamericani secondo il principio legale e sociale del "separati ma uguali"[1]; il termine si riferisce anche alla discriminazione generale contro le persone nere da parte delle comunità bianche[2].

La segregazione scolastica negli Stati Uniti nell'istruzione pubblica prima della sentenza Brown contro Board of Education (1954).

La segregazione giuridica nel campo dell'istruzione pubblica venne resa illegale dall'esecuzione federale di una serie di decisioni prese dalla Corte suprema degli Stati Uniti d'America in seguito alla sentenza per il caso Brown contro Board of Education (1954). Tutte le segregazioni pubbliche legalmente applicate sono state abrogate dal Civil Rights Act (1964)[3], promulgato dopo le manifestazioni di protesta del movimento per i diritti civili degli afroamericani.

Il termine si riferisce anche ad altre forme di discriminazione razziale (vedi razzismo negli Stati Uniti d'America) come la separazione netta dei ruoli all'interno di un'istituzione. Nelle United States Armed Forces prima degli anni Cinquanta, ad esempio, le unità militari nere (vedi storia militare degli afroamericani) rimanevano tipicamente separate da quelle bianche, ma erano lo stesso guidate da ufficiali bianchi[4].

La segregazione de facto, senza cioè essere affermata da leggi segregazioniste, persiste in misura diversa fino ad oggi. La segregazione razziale contemporanea viene vissuta soprattutto riguardo al luogo di residenza - come segregazione residenziale - ed è stata plasmata, tra gli altri fattori, da politiche pubbliche e da discriminazioni sui prestiti immobiliari.[5]

L'ipersegregazione è una forma segregazionista consistente nel raggruppamento geografico dei differenti "gruppi razziali"; ciò avviene più di frequente in città in cui i residenti del centro sono afroamericani, mentre le periferie che circondano il nucleo interno vengono abitate da bianchi americani[6]. L'idea dell'ipersegregazione ha ottenuto credibilità a partire dal 1989 a causa degli studi di sociologia condotti da Douglas Massey e Nancy A. Denton sull'"American Apartheid", quando cioè i bianchi crearono dei veri e propri ghetti riservati ai neri per tutta la prima metà del XX secolo, con lo scopo di isolarvi le sue sempre crescenti popolazioni urbane[7].

  1. ^ Robert A. Margo, Race and Schooling in the South, 1880–1950: An Economic History, Chicago, University of Chicago Press, 1990, p. 68, ISBN 978-0-226-50510-7.
  2. ^ C. Vann Woodward, The Strange Career of Jim Crow (terza ed. 1974).
  3. ^ Judy L. Hasday, The Civil Rights Act of 1964: An End to Racial Segregation (2007).
  4. ^ Harvard Sitkoff, The Struggle for Black Equality (2008)
  5. ^ Hugh Graham, The Civil Rights Era: Origins and Development of National Policy, 1960–1972 (1990)
  6. ^ Charles E. Hurst, Social Inequality: Forms, causes, and consequences, 6th, Boston, Pearson, 2007, ISBN 978-0-205-69829-5.
  7. ^ Douglas S. Massey e Nancy A. Denton, American Apartheid, Cambridge, Mass., Harvard University Press, 1993, ISBN 978-0-674-01820-4, OCLC 185399837.

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